Incontro, venerdì 28 giugno, con i funzionari europei preposti alla verifica dello stato di attuazione del piano di eradicazione della peste suina africana: le considerazioni di Copagri Sardegna

Incontro, venerdì 28 giugno, con i funzionari europei  preposti alla verifica dello stato di attuazione del piano di eradicazione della peste suina africana: le considerazioni di Copagri Sardegna
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Venerdì sera i funzionari europei incaricati della verifica dello stato di attuazione del piano di eradicazione della peste suina africana hanno sentito le Organizzazioni Professionali Agricole.

Copagri Sardegna, rappresentata dal direttore regionale Pietro Tandeddu, ha rilevato che sono stati raggiunti negli ultimi anni ottimi risultati nell’azione di contrasto della PSA; se, dalla sua comparsa in Sardegna (1978) al 2014 si erano registrati circa 1800 focolai, nel 2018 solo 5, e nell’anno in corso nessuno. Merito di una giusta azione, messa in campo dalla passata Giunta regionale, fortemente sostenuta dalle Organizzazioni Professionali Agricole che vi hanno contribuito anche attraverso iniziative di carattere formativo e informativo. Il riferimento è alla costituzione di un’unica cabina di regia e coordinamento, l’Unità di Progetto, che ha saputo contrastare con intelligenza gli allevamenti irregolari indirizzandoli verso forme di allevamento tradizionali, sia pure in spazi confinati come il semi-brado.

L’attuale Giunta regionale ha il dovere di proseguire le azioni intraprese, riconfermando innanzi tutto l’Unità di Progetto, con convinzione e senza “ammiccamenti” verso coloro che sono sempre apparsi poco convinti della validità ed efficacia delle azioni regionali.

Al risultato hanno contribuito certamente misure di “accompagnamento” quali la riduzione delle sanzioni per chi intendeva regolarizzarsi, l’estensione al comparto suinicolo della misura sul benessere animale, l’approvazione della legge regionale n. 28 nel 2018.

Oggi – continua Pietro Tandeddu – ci sono le condizioni per una ripresa della produzione che forse non arriva a coprire il 50% del fabbisogno isolano, davanti ad un mercato che vale 500 milioni di euro. Dalla Ue ci aspettiamo nuovi e significati segnali rivolti a una più estesa movimentazione e alla liberalizzazione della commercializzazione della produzione; è un atto dovuto verso tutti gli allevatori regolari, che sono la stragrande maggioranza, che hanno sopportato immessi sacrifici in questi anni.”

Alle istituzioni regionali si chiede di accompagnare le misure di contrasto e controllo con una politica di valorizzazione delle produzioni di eccellenza che vanta la Sardegna andando intanto a dare attuazione alla citata recente legge regionale, sostenendo la ripresa delle azioni di ricerca indirizzate verso il miglioramento qualitativo dei prodotti della razza autoctona “suino sardo“, una delle 6 razze riconosciute in Italia nel panorama della biodiversità, rifinanziando le norme specifiche del passato (L.R. n. 3/2008) relative all’ammodernamento delle strutture aziendali, favorendo, da parte dei produttori, ai fini di un controllo della filiera, l’aggregazione dell’offerta, la trasformazione e la commercializzazione ed, infine, facendosi carico di coordinare tutti i soggetti operanti nel comparto per la costituzione di un comitato promotore che avvii il processo di riconoscimento di una DOP“ porchetto sardo“ e un’altra DOP relativa alle “carni e prodotti da suino sardo autoctono“.


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