Quinto incontro per la costituzione del Biodistretto Sud Sardegna filiera vitivinicola BIO

Biodistretto Sud Sardegna, Verbale del 5° incontro di animazione territoriale 20/09/2021

Il giorno 20/09/2021 alle ore 11:00, in video conferenza tramite la piattaforma Skype di Copagri Sardegna, si è tenuto il quinto incontro di animazione territoriale finalizzato alla costituzione del Biodistretto Sud Sardegna, in conformità alle disposizioni per il contenimento della pandemia Covid 19.

L’incontro è finalizzato all’analisi dei problemi della filiera vitivinicola BIO.

L’incontro è stato convocato attraverso avviso pubblico sul sito web Copagri Sardegna (www.copagrisardegna.it), sul canale social Facebook di Copagri Sardegna e sul canale Facebook della CIA di Cagliari.

Sono presenti i soggetti proponenti Ignazio Cirronis Presidente di Copagri Sardegna, Pietro Tandeddu Direttore di Copagri Sardegna, Alessandro Cherchi ASAB, i portatori di interesse del territorio (Enti di ricerca e Università di Cagliari, imprese certificate BIO rappresentative della filiera vitinicola quali produttori, trasformatori e cantine).

Ignazio Cirronis, Presidente di Copagri Sardegna, espone alcune statistiche sul settore vitivinicolo Bio presentate nella manifestazione SANA di Bologna 2021. Evidenzia che Il mercato italiano dei dei prodotti biologici ammonta complessivamente a circa 4573 milioni di euro di fatturato, di questi 2907 milioni di euro sono destinati all’esportazione. Precisa che i consumi italiani di vino si attestano in termini di domanda a 3,6 miliardi di euro di fatturato e incidono sul resto del mercato agroalimentare per il 4%. A tal fine è necessario potenziare il mercato del BIO in Sardegna da destinare all’export e creare nuove sinergie per aumentare i consumi locali.

Carlo Tuveri Agenzia Laore Sardegna, conduce il tavolo di filiera in veste di facilitatore, precisa che l’incontro odierno è incentrato sull’analisi dei problemi che limitano il perseguimento degli obiettivi di valorizzazione della filiera vitivinicola BIO ed espone le modalità di formulazione dei problemi, mediante una specifica metodologia come di seguito dettagliato:

-devono essere espressi in forma negativa a partire da una situazione reale esistente e non sulla base di idee, di opinioni personali o per sentito dire e senza prefigurare soluzioni.

-devono scaturire da fatti concreti ed esposti in forma oggettiva in quanto riferiti a fatti certi e dimostrabili.

– devono essere rappresentati in forma chiara e comprensibile.

Prosegue esponendo alcuni esempi al fine di facilitare i portatori di interesse a formulare correttamente i problemi che limitano lo sviluppo della filiera vitivinicola Bio siano essi di natura produttiva, strutturale, di trasformazione, commercializzazione, ricerca, formazione e innovazione.

Invita pertanto gli operatori di filiera presenti, ad esprimersi per identificare i problemi che verranno riportati su una tabella in formato word, all’uopo predisposta visibile e condivisa nella piattaforma skype.

Intervengono i diversi operatori della filiera vitivinicola, che con il supporto del facilitatore, esplicitano i seguenti problemi come di seguito riportati:

Descrizione
La burocrazia rappresenta un costo eccessivo per gli operatori della filiera vitivinicola BIO
Le aziende vitivinicole sostengono eccessivi adempimenti burocratici per la produzione del vino BIO (lavorazioni in campagna, controllo quantità in cantina, imbottigliamento, certificazione del vino)
Le procedure di certificazione dei vini BIO sono complesse e ripetitive
Gli enti deputati ai controlli sulla produzione dei vini BIO non accedono ai dati del registro telematico e obbligano le aziende a fornire più volte le stesse informazioni
Le aziende viticole BIO hanno difficoltà a reperire personale specializzato per i trattamenti fitosanitari e le altre operazioni colturali
La filiera vitivinicola BIO non è organizzata
Gli operatori della filiera vitivinicola BIO non si conoscono tra loro
Gli operatori non collaborano tra loro per garantire servizi comuni (vendemmia, potature, trattamenti, lavorazioni, ecc.)
I viticoltori non hanno sufficienti conoscenze e competenze sul tema della difesa fitosanitaria dei vigneti in BIO (il Carignano è la cultivar più sensibile)
I viticoltori non usufruiscono di un servizio di assistenza tecnica sugli aspetti agronomici e fitosanitari adeguato alle esigenze delle coltivazioni BIO
I viticoltori hanno costi di reperimento di mezzi di produzione non sostenibili
Gli operatori della filiera e della ricerca non collaborano per definire programmi di supporto alla gestione agronomica dei vigneti in BIO
Le piccole imprese vitivinicole BIO non hanno sufficienti capacità organizzative e risorse economiche per raggiungere il consumatore
Il consumatore non conosce le caratteristiche qualitative dei vini BIO della Sardegna
Il vino BIO della Sardegna non garantisce una adeguata remunerazione agli operatori della filiera
Le aziende vitivinicole BIO non collaborano per promuovere le produzioni (tra loro, con la ristorazione con le istituzioni)
Le produzioni viticole BIO non sempre sono trasformate in vino BIO
La promozione dei vini BIO è insufficiente
Le piccole aziende vitivinicole non sono organizzate e strutturate per promuovere la filiera corta dei vini BIO
I produttori viticoli hanno difficoltà di accesso alle innovazioni (es. difesa fitosanitaria, intelligenza artificiale, previsioni meteo) per gli insufficienti rapporti con il mondo della ricerca

I partecipanti al tavolo della filiera vitivinicola condividono la data del prossimo incontro da dedicare all’analisi SWOT per il giorno martedì 28 settembre 2021 dalle ore 11:30 alle ore 13:00 sulla piattaforma skype.

La riunione si chiude alle ore 12:30.

Report redatto dai tecnici dell’Agenzia Laore Sardegna