Copagri Sardegna sul nuovo disciplinare del pecorino romano: bene introdurre obbligo utilizzo solo latte proveniente da razze autoctone dell’area di produzione. No a deroghe per latte di razze non autoctone: lo si utilizzi per altre produzioni.
Copagri Sardegna prende positivamente atto della scelta ultimamente operata dal Consorzio di tutela del Pecorino Romano che, sulla base di diverse sollecitazioni provenienti dall’interno dello stesso consorzio e dall’esterno, comprese le nostre, ha deliberato di proporre una modifica del disciplinare per stabilire che potrà essere trasformato in pecorino romano solo il latte proveniente dalle razze autoctone dell’area di produzione.
Tuttavia, considerando sempre problematico comprimere la libertà di impresa, ritiene non si possa imporre, anche se l’azione è auspicabile, agli allevatori interessati, la riconversione degli allevamenti con la sostituzione delle razze esterne o dei capi insanguati per tornare alle razze autoctone. Tali allevatori, in accordo con le industrie di trasformazione hanno sempre la possibilità di indirizzare il latte, rispondendo all’esigenza sempre più espressa di diversificazione, verso produzioni diverse dal romano che si quantificano oggi in circa 180.000 ql.
Pertanto non è necessaria e neppure condivisibile una deroga di sette anni durante i quali poter utilizzare latte proveniente da razze non autoctone visto che esiste concretamente un’alternativa nella destinazione produttiva di questo latte.
Si conferma comunque da parte nostra l’indirizzo a favorire gli allevamenti estensivi e a scoraggiare contestualmente quelli a carattere intensivo in considerazione del fatto che in Sardegna si producono mediamente 300 milioni di litri di latte ovino l’anno da cui si ricavano circa 520.000 ql di formaggi; rilevato che la produzione di pecorino romano riferita all’annata casearia 2020-2021 si è attestata sui 340.000 ql assorbendo circa 200 milioni di litri di latte e tenendo conto che le crisi di comparto si sono sempre manifestate a seguito di sovrapproduzioni di pecorino romano, si è fermamente convinti che non vada in nessun modo favorito un ulteriore incremento produttivo di latte, e quindi di formaggi, se non in presenza di un chiaro e consolidato incremento dei consumi.
Del resto, il consumatore apprezza sempre più le produzioni maggiormente legate al territorio e riconosce valore ai formaggi ottenuti attraverso la modalità del pascolamento naturale, rispettoso dell’ambiente, che influenza positivamente la loro qualità.
Sul complesso delle modifiche al disciplinare proposte dal consorzio di tutela, Copagri avanzerà all’assessora dell’agricoltura e al ministero le proprie osservazioni.