Grande riscontro per la prima puntata 2021 di Scendiamo in Campo, Canapa protagonista dell’agricoltura del futuro

Grande riscontro per la prima puntata 2021 di Scendiamo in Campo, Canapa protagonista dell’agricoltura del futuro
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Numeri da record per la prima puntata di Scendiamo in Campo, dedicata alle opportunità e contraddizioni della coltivazione della canapa. Il tema è di strettissima attualità, lo dimostrano i dati auditel: la puntata del 7 luglio 2021, è stata vista, tra diretta e repliche da 66.340 spettatori. Un record, tenendo conto che quella sera in tv si giocava la semifinale degli europei di calcio.


La prima puntata è stata dedicata alle enormi potenzialità della coltivazione della Canapa, per molti analisti un florido mercato per l’agricoltura. La canapa è un settore in continua crescita, tra polemiche sul pericolo di uso come stupefacente e la difesa da parte dei produttori che immettono sul mercato un materiale naturale, totalmente sostenibile.

In studio il giornalista Stefano Birocchi intervista il Direttore regionale di Copagri Pietro Tandeddu, che fa una sintesi della situazione. Tandeddu parte dalla storia secolare di questa pianta, e dell'”uso universale che se ne faceva soprattutto per produrre cordame, filati e molti altri usi. L’Italia è stata una delle nazioni leader a livello mondiale, per poi essere soppiantata dalle fibre sintetiche che hanno preso il sopravvento” (causando l’enorme danno ambientale ndr.).

Come mai allora un settore così promettente non riesce a svilupparsi meglio in Sardegna? Chiede il giornalista.

“Non abbiamo una legge che ci permetta di fare investimenti certi, stiamo ancora aspettando la legge 242 del 2016, una legge che regola la produzione, distribuzione e difesa della filiera della canapa. Naturalmente si tratta di varietà iscritte in apposito albo regolato dall’Unione Europea, la Cannabis Sativa esattamente. Dalla canapa si possono trarre alimenti, (i semi della canapa hanno un valore proteico quasi doppio rispetto a quello del grano), cosmetici, olio, bioingegneria, bioedilizia, fitodepurazione, ecc. Per la legge la coltivazione è possibile se il principio attivo della pianta non supera lo 0.2, ma i controlli tollerano un livello fino allo 0.6, una serie di contraddizioni tecniche da risolvere”.

Quanti ettari sono coltivati in Sardegna?

Risponde Giacomo Patteri (ricercatore della Facoltà di Agraria dell’università degli studi di Sassari), ribadendo la difficoltà di dare dati certi. La legge non richiede l’obbligo di comunicare l’avvenuta coltivazione, perciò ad oggi risultano pochissimi ettari (conosciuti) coltivati a canapa. Si stimano comunque circa 600 ettari, divise in tantissime microaziende, che operano anche in altri settori (allevamento, orticoltura, cerealicoltura).

Esiste il rischio che la pianta di canapa possa, durante la maturazione, cambiare la sua percentuale di thc?

Ma, mi sento di dire che la pianta può essere in parte condizionata dall’ambiente, ma di base le tipologie di piante sono determinate dall’inizio, non ci sono problemi veri in questo senso.

La trasmissione è stata molto utile per sfatare alcune paure ataviche verso questo tipo di pianta, fornendo conoscenze precise sulle proprietà e sui possibili utilizzi, con il vantaggio di creare economia pulita e sostenibile per l’ambiente. La coltivazione della canapa è un segmento del mercato molto interessante per la Sardegna, e per vedere nella pratica di cosa si tratta si è prodotto un servizio in campo con l’azienda agricola di Luigi Murru – Lotzorai.

“La sostituzione di piante ortive classiche, ma molto inquinanti per i tanti fitofarmaci usati normalmente nell’agricoltura tradizionale, con la canapa ha avuto come primo effetto quello di depurare i terreni. Oltre all’obiettivo economico primario, c’è quello di salvaguardare l’ambiente. La produzione però è minacciata dall’ambiguità della legislazione, non sappiamo mai se andiamo incontro a sanzioni, se siamo considerati fuori legge. Ci vorrebbe più chiarezza”.

A questo proposito è intervenuto Enrico Fravili, responsabile di settore di Copagri Nazionale. “L’imprenditore sardo ha perfettamente ragione: non si può lavorare con il timore di non essere in regola. C’è una legge che il Parlamento discute da troppi anni, si deve definire e promulgare al più presto. Come organizzazione ci stiamo muovendo in questo senso da diversi anni, e qualche segnale positivo comincia a vedersi. Stiamo parlando di un settore molto interessante, e la Sardegna è particolarmente vocata per questa coltura.”

Dello stesso tenore l’intervento finale di Pietro Tandeddu, che lamenta la poca chiarezza della legge che il Parlamento dovrebbe definire una volta per tutte. Ostacolata anche per motivi politici, si continua a fare l’equazione canapa: cannabis/stupefacente, mentre la pianta è la stessa che si è sempre coltivata per secoli. Si è calcolato che la produzione di canapa può creare 400 mila posti di lavoro, la Sardegna aveva già mandato avanti un progetto sperimentale per usare la canapa per bonificare terreni compromessi. Un’occasione da non perdere.


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